L’alcol etilico o etanolo, normalmente contenuto nelle bevande alcoliche di uso comune è una sostanza che deriva dalla fermentazione degli zuccheri contenuti nella frutta (vino) o degli amidi dei cereali (birra) o dei tuberi.
L’alcol, pur apportando circa 7 Kcalorie per grammo, non è un nutriente (come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari), il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni e il suo apporto energetico viene quasi totalmente disperso sottoforma di calore. Inoltre, è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute. E’ certamente fonte di danno diretto delle cellule di molti organi tra cui i più vulnerabili sono il fegato e il sistema nervoso centrale.
METABOLISMO DELL’ALCOL
L’alcol viene assorbito a livello dello stomaco e dalla prima parte dell’intestino, passa nel sangue e arriva al fegato, dove viene metabolizzato grazie ad un enzima specifico: l’alcoldeidrogenasi. Fin quando tutto l’alcol non è stato metabolizzato continua a circolare diffondendosi nei vari organi. Il fegato rimuove il 90%-98% dell’alcol ingerito, il restante 2-10% viene eliminato attraverso l’urina, le feci, il respiro, il latte materno, le lacrime, il sudore, la traspirazione. Le tossine sotto forma di metaboliti restano all’interno di vari apparati ed organi del corpo, danneggiandoli irrimediabilmente. Pertanto, l’organismo di una persona che abitualmente consuma alcool è un organismo minato.
DIPENDENZA DA ALCOL
L’alcol genera prima un meccanismo di dipendenza fisica e successivamente psicologica. La prima è rappresentata dall’assuefazione o tolleranza, la seconda dal desiderio di assumere alcol per poter vivere degli stati che vengono definiti “piacevoli”, grazie all’azione indotta dall’alcol sul sistema nervoso centrale.
Il consumo abituale di bevande alcoliche come ad esempio il famoso “bicchiere di vino a pasto” innesca, senza esserne coscienti, un meccanismo di assuefazione o tolleranza, cosicché chi beve, può nel tempo aumentare progressivamente le dosi senza accorgersene. Questo progressivo adattamento dell’organismo agli effetti della sostanza sono dovuti ad un aumento della capacità del fegato di metabolizzare l’alcol e ad una maggior resistenza del cervello ai suoi effetti psicoattivi. La tolleranza si sviluppa di solito nel corso di anni, per cui molte persone si trovano ad aumentare il loro consumo di bevande alcoliche quasi senza rendersene conto, avvelenando inesorabilmente il corpo e diventando senza volerlo alcolisti cronici. Contemporaneamente si predispone ad un quadro di dipendenza psicologica.
L’alcol ha effetti depressivi sul Sistema Nervoso, si comporta pertanto come un ansiolitico. Se l’azione sedativa dell’alcol viene improvvisamente a mancare, l’organismo rimane spiazzato e si verifica uno squilibrio che si traduce nella comparsa dei cosiddetti “sintomi d’astinenza” caratterizzati da agitazione ed irritabilità, fino nei casi più gravi al “delirium tremes”. Chi avverte questi sintomi, avverte anche un profondo desiderio di bere alcolici proprio per bypassare le sensazioni spiacevoli legate all’astinenza.
DANNI ORGANICI DA ALCOOL
L’alcol è un veleno e non esistono dosi giornaliere raccomandate per la salute. Seppur in epoca recente alcuni studi hanno individuato nei tannini presenti in un bicchiere di vino rosso un possibile ruolo protettivo nei confronti dell’apparato cardio-circolatorio, questo non significa che consumare vino o altre bevande alcoliche sia salutare. I danni organici alcol-indotti si verificano a qualunque gradino della scala “alcohol consumer” ci si trovi.
EFFETTI DELL’ ALCOL SUL CERVELLO: difficoltà motorie, di eloquio, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria. Alcuni di questi deficit sono già rilevabili dopo uno o due bicchieri, e si risolvono dopo l’interruzione dell’uso di alcol. Tuttavia, in alcuni soggetti che bevono molto e per lungo tempo, tali deficit possono permanere anche una volta raggiunta la sobrietà. Inoltre, corrono il rischio di sviluppare gravi e permanenti cambiamenti cerebrali, grazie ad un cattivo stato di salute generale o per una grave patologia al fegato anche’essa generata dall’alcol, come ad esempio la sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS), legata ad una deficienza cronica di tiamina (o vit.B1), frequente negli alcolisti per cattiva alimentazione generale.
EFFETTI DELL’ALCOL SUL FEGATO: steatosi epatica che può evolvere in una epatite alcolica. Quest’ultima a sua volta può determinare l’insorgenza di cirrosi epatica che molto spesso precede un’ encefalopatia epatica. L’encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell’umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l’ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo e nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
Dott.ssa H.Di Vitantonio
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L’alcol, pur apportando circa 7 Kcalorie per grammo, non è un nutriente (come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari), il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni e il suo apporto energetico viene quasi totalmente disperso sottoforma di calore. Inoltre, è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute. E’ certamente fonte di danno diretto delle cellule di molti organi tra cui i più vulnerabili sono il fegato e il sistema nervoso centrale.
METABOLISMO DELL’ALCOL
L’alcol viene assorbito a livello dello stomaco e dalla prima parte dell’intestino, passa nel sangue e arriva al fegato, dove viene metabolizzato grazie ad un enzima specifico: l’alcoldeidrogenasi. Fin quando tutto l’alcol non è stato metabolizzato continua a circolare diffondendosi nei vari organi. Il fegato rimuove il 90%-98% dell’alcol ingerito, il restante 2-10% viene eliminato attraverso l’urina, le feci, il respiro, il latte materno, le lacrime, il sudore, la traspirazione. Le tossine sotto forma di metaboliti restano all’interno di vari apparati ed organi del corpo, danneggiandoli irrimediabilmente. Pertanto, l’organismo di una persona che abitualmente consuma alcool è un organismo minato.
DIPENDENZA DA ALCOL
L’alcol genera prima un meccanismo di dipendenza fisica e successivamente psicologica. La prima è rappresentata dall’assuefazione o tolleranza, la seconda dal desiderio di assumere alcol per poter vivere degli stati che vengono definiti “piacevoli”, grazie all’azione indotta dall’alcol sul sistema nervoso centrale.
Il consumo abituale di bevande alcoliche come ad esempio il famoso “bicchiere di vino a pasto” innesca, senza esserne coscienti, un meccanismo di assuefazione o tolleranza, cosicché chi beve, può nel tempo aumentare progressivamente le dosi senza accorgersene. Questo progressivo adattamento dell’organismo agli effetti della sostanza sono dovuti ad un aumento della capacità del fegato di metabolizzare l’alcol e ad una maggior resistenza del cervello ai suoi effetti psicoattivi. La tolleranza si sviluppa di solito nel corso di anni, per cui molte persone si trovano ad aumentare il loro consumo di bevande alcoliche quasi senza rendersene conto, avvelenando inesorabilmente il corpo e diventando senza volerlo alcolisti cronici. Contemporaneamente si predispone ad un quadro di dipendenza psicologica.
L’alcol ha effetti depressivi sul Sistema Nervoso, si comporta pertanto come un ansiolitico. Se l’azione sedativa dell’alcol viene improvvisamente a mancare, l’organismo rimane spiazzato e si verifica uno squilibrio che si traduce nella comparsa dei cosiddetti “sintomi d’astinenza” caratterizzati da agitazione ed irritabilità, fino nei casi più gravi al “delirium tremes”. Chi avverte questi sintomi, avverte anche un profondo desiderio di bere alcolici proprio per bypassare le sensazioni spiacevoli legate all’astinenza.
DANNI ORGANICI DA ALCOOL
L’alcol è un veleno e non esistono dosi giornaliere raccomandate per la salute. Seppur in epoca recente alcuni studi hanno individuato nei tannini presenti in un bicchiere di vino rosso un possibile ruolo protettivo nei confronti dell’apparato cardio-circolatorio, questo non significa che consumare vino o altre bevande alcoliche sia salutare. I danni organici alcol-indotti si verificano a qualunque gradino della scala “alcohol consumer” ci si trovi.
EFFETTI DELL’ ALCOL SUL CERVELLO: difficoltà motorie, di eloquio, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria. Alcuni di questi deficit sono già rilevabili dopo uno o due bicchieri, e si risolvono dopo l’interruzione dell’uso di alcol. Tuttavia, in alcuni soggetti che bevono molto e per lungo tempo, tali deficit possono permanere anche una volta raggiunta la sobrietà. Inoltre, corrono il rischio di sviluppare gravi e permanenti cambiamenti cerebrali, grazie ad un cattivo stato di salute generale o per una grave patologia al fegato anche’essa generata dall’alcol, come ad esempio la sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS), legata ad una deficienza cronica di tiamina (o vit.B1), frequente negli alcolisti per cattiva alimentazione generale.
EFFETTI DELL’ALCOL SUL FEGATO: steatosi epatica che può evolvere in una epatite alcolica. Quest’ultima a sua volta può determinare l’insorgenza di cirrosi epatica che molto spesso precede un’ encefalopatia epatica. L’encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell’umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l’ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo e nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
ALTRI DANNI ALCOL-INDOTTI:
- Avitaminosi, sia per ridotta assunzione di verdura e frutta fresca, sia per ostacolo diretto dell’alcol all’assorbimento delle varie vitamine.
- Denutrizione.
- Infiammazione a carico di vari distretti del tubo digerente: esofagite, gastrite, pancreatite.
- Cardiopatia alcolica(dilatazione delle cavità cardiache, riduzione della gittata).
- Alterazioni della sessualità (calo della libido, infertilità, impotenza).
- Tumori del tubo digerente (cavo orale, esofago).
- Non è vero che l’alcol aiuti la digestione. Al contrario la rallenta e produce ipersecrezione gastrica con alterato svuotamento dello stomaco.
- Non è vero che il vino fa buon sangue. Il consumo di alcol può essere responsabile di varie forme di anemia e di un aumento dei grassi presenti nel sangue.
- Non è vero che le bevande alcoliche sono dissetanti. Ma disidratano: l’alcol richiede una maggior quantità di acqua per il suo metabolismo, in quanto provoca un blocco dell’ormone antidiuretico, quindi fa urinare di più aumentando la sensazione di sete.
- Non è del tutto vero che l’alcol ci riscaldi. In realtà la vasodilatazione di cui è responsabile produce soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore in superficie che in breve comporta un ulteriore raffreddamento del corpo e che, in un ambiente non riscaldato, aumenta il rischio di assideramento.
- Non è vero che l’alcol aiuti a riprendersi da uno shock. Al contrario, provocando vasodilatazione periferica, determina un diminuito afflusso di sangue agli organi interni e soprattutto al cervello.
- Non è vero che l’alcol da forza. Essendo un sedativo produce soltanto una diminuzione del senso di affaticamento e di dolore. Inoltre solo una parte delle calorie fornite dall’alcol possono essere utilizzate per il lavoro muscolare.
- Non è vero che l’alcol rende sicuri. È un’idea comune che l’alcol sia un eccitante, invece dal punto di vista farmacologico è un potente depressivo del sistema nervoso centrale. Agisce sulla parte del cervello che controlla il comportamento, provocando una disinibizione e una diminuzione della percezione del rischio e delle sensazioni di dolore.
- Non è vero che la birra fa latte. In realtà la donna non ha bisogno di birra per produrre latte, ma soltanto di liquidi: acqua, succhi di frutta e cibi nutrienti. L’alcol che la donna beve passa nel latte materno e viene assunto dal bambino.
Dott.ssa H.Di Vitantonio
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