La società moderna ha sviluppato negli ultimi decenni una tendenza marcante verso i disturbi di natura mentale e psichica. Sempre più persone sostengono di confrontarsi spesso con stati di ansia, di panico, paure incontrollate e depressioni. Ed è normale tutto ciò, se consideriamo l’evoluzione sociale degli ultimi decenni, i notevoli cambiamenti nell’ambito morale ed etico, la quasi totale assenza dei punti di riferimento che un tempo generavano sicurezza e tranquillità. La democrazia mal compresa, male applicata e gestita porta, alla fine, a dei risultati profondamente nocivi per la salute psicofisica dell’individuo e della società.
Tra i disturbi psicologici maggiormente riscontrati negli ultimi anni troviamo l’ansia e la depressione. Purtroppo, almeno una volta nella vita, quasi tutti gli individui si sono confrontati con uno stato di ansia.
L’ansia è un disturbo che si basa, similmente a molti altri, il più delle volte, su una distorsione cognitiva alimentata da un senso di incertezza legata al futuro. Essa rappresenta una emozione di base che nell’individuo fa scaturire alcune risorse mentali e fisiche, a volte utili e altre volte non utili. Il confine tra un’ansia sana e una patologica è spesso molto sottile e difficile da individuare ed è legato alla percezione propria e al modo in cui interagiamo con il mondo circostante e con noi stessi. Quello che è certo è che l’ansia è caratterizzata da alcuni stati strazianti di paura, agitazione ed incertezza che peggiorano radicalmente la qualità della vita di chi la vive.
Per riuscire ad approcciarsi correttamente alla gestione dell’ansia bisogna conoscere bene la sua struttura funzionante. Prima di tutto si deve fare una chiara distinzione tra l’ansia normale, che in molti casi è utile e l’ansia eccessiva, generatrice di sofferenza. L’ansia normale, utile, è quella che ci mette in guardia dalla presenza di un pericolo futuro, quella che ci rende attivi nel raggiungimento di alcuni obiettivi e quella che ci risveglia alla realtà e ci fa impegnare sul cammino dello sviluppo personale. L’ansia eccessiva è quella per cui, a causa della distorsione della percezione della realtà, si arriva a considerare alcuni avvenimenti come tragici, insopportabili, potenzialmente distruttivi, di fronte ai quali non esiste via di scampo. Il più delle volte si tratta di una grande paura che un determinato pericolo possa concretizzarsi.
La persona che vive l’ansia considera di essere sola in quella specifica situazione e percepisce se stessa diversa dagli altri, in senso negativo. Farà spesso uso di frasi e parole che evidenzieranno questa sua separazione dal resto del mondo, tipo: eh ma la mia situazione è speciale, eh ma ciò che sento io è diverso e molto più intenso rispetto a quello che vivono gli altri, voi non capite come mi sento, solo io posso portare questo peso insopportabile ecc. Qui, è bene considerare il fatto che, molte volte, tutte queste cose esistono solo nella testa della rispettiva persona. Non esiste persona al mondo che sia assolutamente priva di preoccupazioni, quello che è diverso è l’interpretazione che ogni persona attribuisce a tali preoccupazioni. Si vive in una realtà sociale e famigliare che è spesso complessa e difficile da gestire perché si ignorano o mancano i mezzi di gestione. Il problema è quando la preoccupazione diventa permanente e non si ha più alcun controllo sui propri pensieri distruttivi che prendono il sopravvento e terrorizzano la persona che li vive.
Esempi di distorsioni cognitive manifestate dalle persone che soffrono di disturbi di ansia
- il pensiero catastrofico: “non ce la farò mai a parlare davanti a tante persone, sicuramente farò una brutta figura”
- la personalizzazione: ti senti colpevole di tutto: “mi sono preso un giorno di ferie; tutta l’azienda ha rallentato la sua produzione a causa mia”
- prendersi colpe che non si hanno e con le quali non c’entri nulla: “è colpa mia se c’è la fame nel mondo perché mangio troppo”, “è colpa mia se il partner mi ha lasciato perché non sono stata capace di prevedere che mia suocera sarebbe cascata per le scale”
- il ragionamento emozionale: credere che la realtà sia il riflesso di come ti senti tu: “mi sento antipatico, di conseguenza sono sicuramente antipatico a tutti”
- il pensiero monocromatico o bicromatico: o è tutto nero, o è bianco o nero: “se questa persona non mi ama significa che non sono degno di essere amato”
- la negazione degli aspetti positivi: “ce l’ho fatta, ma non è certo per merito mio, è stato un colpo di fortuna”
- la sovra-generalizzazione: “non ha mangiato la minestra, vuol dire che non la gradisce, non la cucinerò più”, “questa mela è rovinata, non comprerò più le mele”, “quella ragazza non mi ha risposto al saluto, le donne mi odiano”
- la lettura dei pensieri: credi di sapere quello che pensano gli altri: “tanto lo so che non mi vuole bene”, “non dice niente, sicuramente pensa ad un’altra/o e mi odia”
- predire il futuro: credi di sapere quello che accadrà in futuro: “tanto lo so che non mi risponderà al telefono”, “a quell’ora sicuramente il pane sarà finito”, “quella persona nemmeno mi guarderà”
- applicare etichette: credi di avere alcuni problemi e ti cataloghi di conseguenza: “sono un fallito”, “sono insignificante”
- sminuire se stessi: credere di essere indegni: “chi sono io per avere la sua attenzione?”, “perché dovrebbero assumermi?”, “non c’è nulla in me che possa piacergli”
I sintomi legati al disturbo d’ansia possono essere classificati in quattro categorie: cognitivi, emozionali, comportamentali, fisiologici.
Sintomi cognitivi
- scarsa capacità di concentrazione
- scarsa consapevolezza di sé
- confusione mentale
- stati di vuoto mentale
- scarsa vigilanza
- alterazione della percezione della realtà
- tendenza ad esagerare
- assenza di obiettività
- interpretazione distorta della realtà
- pessimismo
- negazione
Sintomi emozionali
- impazienza
- irritabilità
- paura ingiustificata
- stati perenni di spavento in presenza di fattori esterni
- terrore generalizzato, che appare dal nulla
- sensazione di mancamento
- sfinimento
- attaccamento morboso
Sintomi comportamentali
- inibizione
- iperattività
- difficoltà nell’esprimersi
- pianto
- tremore
- tendenza a nascondersi
- fuga dalle responsabilità
- frettolosità
- relazioni tese con gli altri
- abuso di farmaci, droghe, alcool, tv, pc, telefono
- vita sessuale insoddisfacente o assente
Sintomi fisiologici
- insonnia
- agitazione
- sudorazione
- nodo alla gola
- palpitazioni
- difficoltà respiratorie, respiro corto
- pressione al torace
- perdita dell’appetito
- nausea
- vomito
- crampi addominali
- giramenti di testa
- mal di testa
- intorpidimento delle mani
- reazione riflessa iper- o ipotesa
- costipazione
- tensione muscolare
- anorgasmia
Cosa si può fare?
La principale trappola in cui si cade nel caso dell’ansia è quella di credere che l’ondata di pensieri che invadono costantemente lo schermo della mente non può essere fermata in alcun modo. Questo è certamente falso! Va considerato che si è arrivati a vivere il disagio dell’ansia in seguito ad un periodo più o meno lungo di tempo in cui non si è esercitato un controllo cosciente sui propri pensieri. La situazione si può rimediare attraverso un esercizio costante, mirato e di durata. Il risultato, quindi, non è immediato, ci vuole un po’ di tempo dedicato all’impegno per migliorare la propria condizione. Va considerato che dietro a tutti questi pensieri generatori di ansia si trovano spesso delle convinzioni ben radicate nel subconscio. Queste convinzioni, possono sembrare lecite in quanto sono spesso legate all’idea di sopravvivenza, che di conseguenza giustifica la loro esistenza. La conseguenza di questo modo di vedere le cose è che se tu consideri giusta la tua preoccupazione, anche se dannosa per la salute, non farai niente per ristabilire l’equilibrio nella tua vita. Se, invece, riesci a capire che le preoccupazioni eccessive e ostinate non risolveranno i tuoi problemi, a quel punto ci sono delle possibilità che tu riprenda in mano la tua vita e ristabilisca l’equilibrio. A questo punto, molte persone sperano in una sorta di pillola magica che le liberi istantaneamente e per sempre dai vissuti ansiosi. In verità, bisogna ricordare, come dicevo prima, che esiste una parte di ansia benefica. Quindi, l’approccio più corretto è quello di diminuire considerevolmente il livello di preoccupazione e utilizzare alcuni metodi psicologici o yogici per la gestione di quello che rimane.
Metodi di gestione e controllo dell’ansia
La presa di coscienza
Crea un’abitudine di prendere coscienza dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, dei tuoi comportamenti. All’inizio può risultare difficile farlo sempre, quindi puoi scegliere di farlo in determinate fasce orarie, per abituare la mente all’esercizio. In quel periodo orario, semplicemente osserva la direzione in cui va la tua mente, a che cosa pensi e annota su un quaderno le cose che ti sono passate per la mente. Poi, fai la distinzione tra pensieri costruttivi e pensieri distruttivi. Cerca di osservare la loro dinamica, quando appaiono, quanto durano, come si sviluppano e si ramificano, quando/se cessano. Analizza poi obiettivamente i pensieri negativi e quelli distruttivi e vedi se ci sono motivi reali di preoccupazione o se la preoccupazione ha origine nelle speculazioni mentali. Questo esercizio ti permetterà di accrescere la capacita di controllo sui tuoi pensieri e di tornare con i piedi per terra.
Per inquadrare la situazione in maniera obiettiva chiediti:
- questa preoccupazione da dove ha origine?
- quali sono gli argomenti reali (non immaginari) su cui baso la mia preoccupazione?
- quante possibilità ci sono che quello che penso non sia vero?
- mi sono accertato di persona che la situazione sia come la penso?
- che cosa mi fa veramente paura in questa situazione? Quante possibilità reali ci sono che ciò accada?
- posso trovare altre prospettive dalle quali guardare la situazione? Sono disposto a chiedere aiuto anche agli altri, in tal senso?
- quale è l’utilità di questa preoccupazione?
- se si trattasse di un’altra persona che consiglio le darei?
- sono capace di trovare almeno due modalità costruttive per uscire fuori da questa situazione?
Inoltre puoi adottare un approccio del tipo: se un problema può essere risolto, allora non c’è motivo di preoccuparsi; se il problema non può essere risolto, non vale la pena preoccuparsi. Questo significa, in un certo senso, separare i problemi risolvibili da quelli che non possono essere risolti e trovare delle modalità alternative per risolvere i problemi risolvibili. Per quelli irrisolvibili, prova a chiedere aiuto o a lasciarli semplicemente andare. La vita proseguirà anche se non avrai risolto tutto quello che ti passa per la testa.
Fondamentalmente, tutto è legato alla necessità di esercitare il controllo assoluto sulla vita che si vive, alla necessità di prevedibilità. Se capisci che la vita è totalmente imprevedibile e che l’idea del controllo assoluto sulla vita è semplicemente insensata, cominci a rilassarti e ad avere una visione molto più accettabile riguardo i vari eventi esistenziali. Per fare questo bisogna iniziare a prendere coscienza delle proprie aspettative e vedere quali possono essere modificate e in che senso. Puoi avere aspettative negative o positive, come risultato. Se le aspettative negative si materializzano, una mente distruttiva vedrà questo come una validazione delle sue motivazioni. Per cui la soluzione può essere trovata nel ridimensionamento delle proprie aspettative, lasciando anche uno spazio all’incertezza. Potrai così gestire la tua necessità inconscia di sicurezza e di controllo.
Hatha Yoga
L’Hatha Yoga permette al pensiero di spostarsi dal livello delle idee astratte al livello del corpo fisico, materiale. Questo farà sì che la mente crei una rottura nel suo flusso incessante che creava ansia, riducendone i livelli e gli effetti. Nel contempo, l’Hatha Yoga, agisce simultaneamente sul sistema muscolare, osseo, ghiandolare, organico, linfatico e sanguigno, cambiando la chimica dell’intero organismo, implicitamente del cervello e questo cambierà il modo di percepire e di pensare. Allo stesso tempo, la pratica dell’Hatha Yoga stimola la produzione di endorfine che danno un senso di benessere e appagatezza, regolano l’appetito, la temperatura corporea ed il sonno. Tutto questo porterà la mente ad essere più predisposta verso gli aspetti benefici della vita.
L’attività sportiva
L’attività sportiva genera uno stato psicofisico di tonicità e permette alla mente di focalizzarsi sul concreto. Altrettanto, l’attività ghiandolare, durante l’attività sportiva, migliora e questo fa sì che l’intero complesso mente-corpo funzioni meglio.
Le tecniche di rilassamento
Le tecniche di rilassamento profondo, soprattutto quelle dello Yoga, hanno molteplici effetti benefici tra cui: la connessione armoniosa tra corpo, mente e psiche, la programmazione del sistema neurovegetativo verso la rigenerazione, la sospensione degli ormoni dello stress, la diminuzione della frequenza del battito cardiaco. Tutte queste cose favoriscono l’apparizione di uno stato di calma mentale e di tranquillità. L’ideale sarebbe che la pratica del rilassamento fosse una costante, quotidiana, con un approccio graduale, progressivo che integri tutte le parti del corpo.
La meditazione
Attraverso la pratica regolare della meditazione si modifica la struttura cerebrale e si equilibra l’attività al livello dei due emisferi cerebrali. La pratica costante della meditazione stimola l’attività della corteccia pre-frontale sinistra che è responsabile dei vissuti positivi come la gioia, la felicità, l’allegria. Inoltre, l’attività meditativa facilita la creazione di una mente tonica, fiduciosa, espansiva. Tramite la pratica della meditazione il sistema nervoso centrale si equilibra e si acquieta, generando salute nell’intero organismo.
Puoi meditare sullo stato di immobilità del corpo fisico, sulla vastità del cielo, sul colore azzurro del cielo, sul sole, ecc.
Il controllo consapevole del respiro
Nelle persone che soffrono di disturbi d’ansia si è notato che il respiro è di tipo corto e veloce. Tale persona utilizza solo la parte superiore dei polmoni per respirare, mentre la parte inferiore è quasi ferma. Tutto ciò porta ad uno scompenso respiratorio e chimico, cosa che influenza il funzionamento della mente. Nella fattispecie si tenderà ad utilizzare maggiormente la mente di superficie.
Per riequilibrare la situazione, distenditi in posizione supina, rilassati completamente, poi inspira profondamente e lentamente dal naso, portando l’aria nella zona del basso ventre. Tieni l’aria nella zona del basso ventre per quattro secondi e poi espira lentamente dalla bocca. Accertati che l’espirazione duri all’incirca il doppio dell’inspirazione. Puoi fare questo semplice esercizio anche da seduto. Ricorda, l’aria va portata nel basso ventre, devi sentire gonfiarsi la zona sotto l’ombelico mentre inspiri.
Mindfulness - lo stato di consapevolezza costante
Fondamentalmente si tratta di allenare la mente ad essere nel qui e ora. Questo significa non permettere alla mente di creare dei “castelletti” e per farlo la devi riportare su qualcosa che è in atto nel momento presente. Ciò ti permette di imparare a vedere la vita esattamente così com’è, senza aggiungere niente con l’immaginazione. Anche se se ne parla molto di mindfulness, sono veramente poche le persone che hanno sviluppato la capacità di tenere la loro mente nel presente. Per farlo puoi allenarti concentrandoti sul respiro. Semplicemente, siediti, rilassati, e osserva lo scorrere del tuo respiro, senza modificarne il ritmo. Il respiro è qualcosa di spontaneo che accade nel presente, quindi se ti concentri sopra, la mente resta nel momento presente. Ricorda che l’ansia è legata, spesso, ad alcuni pensieri orientati sul futuro, quindi se riporti la mente sul momento presente il livello di ansia diminuisce.
La psicoterapia
La psicoterapia permette di verbalizzare i pensieri e le emozioni in presenza di una persona specializzata nell’igiene mentale. A differenza di un amico o di un famigliare, il terapeuta ha a disposizione una serie di mezzi che può fornirti per aiutarti ad esprimere meglio quello che senti e per trovare la giusta strada che porta alla serenità. Il terapeuta saprà, inoltre, guidarti in questo cammino senza giudicarti o incolparti di qualcosa. Al contrario, in sua presenza ti sentirai in totale sicurezza, compreso e accettato e tutto ciò ti permetterà di poter entrare più profondamente dentro di te per capirti e perdonarti.
La musicoterapia
La musicoterapia è la terapia attraverso i suoni e viene utilizzata in vari ambiti, incluso l’ambito psicoterapeutico. Utilizzando i suoni giusti, le frequenze giuste, alcune parti del cervello vibreranno e si attiveranno ricreando un equilibrio profondo a livello cerebrale. Se non si hanno nozioni di musicoterapia, per la gestione dell’ansia si possono semplicemente ascoltare alcuni brani di musica classica tra cui: Moonlight Sonata di Beethoven, Nocturne Op.9 di F. Chopin, Spring Waltz di F. Chopin, Romance di F. Chopin, Air di J.S. Bach, Mission di Ennio Morricone, Adagio di T. Albinoni.
L’ipnosi
La terapia attraverso l’ipnosi permette alla persona di spingersi oltre le barriere imposte dalla parte conscia della mente ed analizzare meglio le zone “oscure” nonché riprogrammare il subconscio per un funzionamento che aiuti la persona stessa.
E’ importante che l’ipnoterapeuta molto ben preparato e che abbia lavorato a lungo su se stesso perché in questa pratica, come conseguenza dell’apertura maggiore che si realizza tramite il rilassamento e trance ipnotica potrebbe crearsi uno scambio informazionale, a livello inconscio, tra il terapeuta ed il paziente. Altrimenti detto, il terapeuta deve essere una persona profondamente equilibrata e con una grande capacità di controllo sulla propria mente.
L’utilizzo dei farmaci
Se i livelli di ansia sono molto elevati, dopo aver consultato anche uno psichiatra, si può ricorrere anche agli ansiolitici. Esistono tanti studi che affermano che in queste situazioni la cura farmacologica e la psicoterapia devono andare di pari passo, mano nella mano. Non è consigliabile far uso degli ansiolitici in maniera superficiale o senza la supervisione di uno specialista.
Terapie alternative di supporto
Cromoterapia - sedute da 20 minuti, alternative, con il colore verde e blu
Supplementi alimentari - magnesio, le vitamine del gruppo B, polline
Fitoterapia - menta, basilico, melissa, valeriana, genziana, fiori d’arancio, rosa
Aromaterapia - da usare nei diffusori di oli essenziali: pino, menta, arancio, incenso, mirra
Massaggi - ayurvedico, rilassante
Contatto diretto con la natura - la natura, che si tratti di montagna, di colline o di mare ha la capacità di alchemizzare i vissuti negativi e di infondere uno stato profondo di salute e felicità.
Per concludere, menziono il fatto che l’ansia non va assolutamente sottovalutata. È necessario quindi, già dall’apparizione dei primi segni della sua manifestazione, agire energicamente, con tutti i mezzi di cui si dispone, per fermarla e allontanarla.
Psicoterapeuta Virgil Calin
+39 333 1918834
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