Il mondo, così come noi ora lo conosciamo, è sempre stato percepito dagli esseri umani in maniera frammentata e divisoria, raramente qualcuno si è spinto oltre i limiti della dualità vissuta sotto gli aspetti polarmente opposti di bene e male, su e giù, negativo e positivo, giusto e ingiusto, ecc.
È molto raro incontrare delle persone che abbiano veramente compreso il discorso della relatività sul piano umano, esseri che abbiano compreso che il senso del giusto o del torto varia da persona a persona, a seconda dei valori e dei vissuti di quelle stesse persone. Infatti, ai nostri giorni, troviamo sempre più spesso delle situazioni in cui gli individui litigano tra loro per delle stupidaggini, per delle incompatibilità caratteriali, per la mancanza di considerazione nei confronti delle idee altrui, per il senso di autosufficienza vissuto in modo totalizzante, che porta le persone a considerare la loro “verità” come unica ed indiscutibile. Quando si ha questo tipo di approccio succede che in tutte le situazioni della vita non ci si mette mai in discussione, non si ascolta mai, se non la propria voce, e le “colpe” vengono sempre attribuite agli altri. Ci sono delle persone che, quando sono in contraddizione con gli altri, non vogliono arrivare mai a capire che la colpa di quella situazione può essere anche loro e incolpano sempre gli altri. Sono capaci di trovare le colpe in tutto tranne che in loro stessi, trovano colpe nelle condizioni meteorologiche, nel ciclo mestruale, nei mezzi di trasporto che non arrivano in tempo, nel traffico, nella suocera, nella pioggia, nel sole, negli animali, nella posizione della luna sul cielo ecc…, ma non vedono mai alcuna colpa nel loro stesso comportamento. Queste persone hanno sempre delle giustificazioni per il loro modo di agire.
Giustificarsi è considerato essere uno dei “peccati” maggiori, è un peccato simile alla disobbedienza, in quanto anche Adamo ed Eva, nel Paradiso, si sono giustificati e hanno così perso tutto. Invece di giustificarsi in maniera infantile, avrebbero semplicemente potuto ammettere lo sbaglio e chiedere umilmente scusa e tutto sarebbe tornato come prima o anche meglio. Non avendolo fatto e avendo, invece, scelto la via della giustificazione, hanno dimostrato di essere ancora immaturi per lo stato paradisiaco, uno stato di beatitudine vissuto grazie al senso di responsabilità e alla maturità spirituale. Similmente, gli esseri umani che trovano sempre delle giustificazioni ai loro comportamenti egoistici invece di assumersi le responsabilità dei loro vissuti e delle loro azioni, scelgono di rinunciare al vissuto paradisiaco della beatitudine generato dalla pace interiore e dalla consapevolezza, rincorrendo sempre quelle situazioni che generano agitazione, confusione, disagio, dolore e sofferenza generalizzata.
Qualunque essere umano che rispetta sé stesso e gli altri, che ha rispetto per il meraviglioso dono che è la vita stessa, ha il sacro dovere di impegnarsi costantemente ad essere un portatore di armonia, di pace, di serenità e di equilibrio.
Impegniamoci, quindi, in ogni situazione conflittuale, ad analizzare noi stessi e a vedere se abbiamo fatto tutto quanto sta nelle nostre possibilità per mantenere l’armonia e la pace o se, al contrario, siamo proprio noi la fonte di tali disarmonie, turbando la pace degli altri e la nostra, aumentando così la sofferenza. Chiediamoci se, in alcune situazioni, non cerchiamo, inconsapevolmente ma deliberatamente, motivi per stare male. Chiediamoci, in ogni situazione, quale è stato il rapporto tra quello che gli altri dicevano e quello che noi esponevamo: abbiamo ascoltato veramente quello che gli altri cercavano di esporre o abbiamo solo finto di ascoltare, pensando in tutto quel tempo solo a quello che volevamo dire noi?
La via della pace e dell’armonia deve iniziare da una delle parti, affinché ci sia la pace ci deve sempre essere qualcuno più saggio che va incontro all’altro.
Possiamo scegliere di essere noi a farlo! Possiamo scegliere di fare il primo passo nel comprendere chi abbiamo davanti invece di giudicarlo ed etichettarlo. Ricordiamoci che, in fin dei conti, gli altri riflettono quello che siamo in un dato momento, sono come uno specchio che riflette quello che abbiamo dentro.
E, teniamo bene a mente che un amore, un affetto o un’amicizia non vanno compromessi a causa dei capricci momentanei e transitori o delle emozioni incontrollate.
E, soprattutto, ricordiamo sempre che non c’è nulla al mondo che valga quanto la nostra pace interiore!
È molto raro incontrare delle persone che abbiano veramente compreso il discorso della relatività sul piano umano, esseri che abbiano compreso che il senso del giusto o del torto varia da persona a persona, a seconda dei valori e dei vissuti di quelle stesse persone. Infatti, ai nostri giorni, troviamo sempre più spesso delle situazioni in cui gli individui litigano tra loro per delle stupidaggini, per delle incompatibilità caratteriali, per la mancanza di considerazione nei confronti delle idee altrui, per il senso di autosufficienza vissuto in modo totalizzante, che porta le persone a considerare la loro “verità” come unica ed indiscutibile. Quando si ha questo tipo di approccio succede che in tutte le situazioni della vita non ci si mette mai in discussione, non si ascolta mai, se non la propria voce, e le “colpe” vengono sempre attribuite agli altri. Ci sono delle persone che, quando sono in contraddizione con gli altri, non vogliono arrivare mai a capire che la colpa di quella situazione può essere anche loro e incolpano sempre gli altri. Sono capaci di trovare le colpe in tutto tranne che in loro stessi, trovano colpe nelle condizioni meteorologiche, nel ciclo mestruale, nei mezzi di trasporto che non arrivano in tempo, nel traffico, nella suocera, nella pioggia, nel sole, negli animali, nella posizione della luna sul cielo ecc…, ma non vedono mai alcuna colpa nel loro stesso comportamento. Queste persone hanno sempre delle giustificazioni per il loro modo di agire.
Giustificarsi è considerato essere uno dei “peccati” maggiori, è un peccato simile alla disobbedienza, in quanto anche Adamo ed Eva, nel Paradiso, si sono giustificati e hanno così perso tutto. Invece di giustificarsi in maniera infantile, avrebbero semplicemente potuto ammettere lo sbaglio e chiedere umilmente scusa e tutto sarebbe tornato come prima o anche meglio. Non avendolo fatto e avendo, invece, scelto la via della giustificazione, hanno dimostrato di essere ancora immaturi per lo stato paradisiaco, uno stato di beatitudine vissuto grazie al senso di responsabilità e alla maturità spirituale. Similmente, gli esseri umani che trovano sempre delle giustificazioni ai loro comportamenti egoistici invece di assumersi le responsabilità dei loro vissuti e delle loro azioni, scelgono di rinunciare al vissuto paradisiaco della beatitudine generato dalla pace interiore e dalla consapevolezza, rincorrendo sempre quelle situazioni che generano agitazione, confusione, disagio, dolore e sofferenza generalizzata.
Qualunque essere umano che rispetta sé stesso e gli altri, che ha rispetto per il meraviglioso dono che è la vita stessa, ha il sacro dovere di impegnarsi costantemente ad essere un portatore di armonia, di pace, di serenità e di equilibrio.
Impegniamoci, quindi, in ogni situazione conflittuale, ad analizzare noi stessi e a vedere se abbiamo fatto tutto quanto sta nelle nostre possibilità per mantenere l’armonia e la pace o se, al contrario, siamo proprio noi la fonte di tali disarmonie, turbando la pace degli altri e la nostra, aumentando così la sofferenza. Chiediamoci se, in alcune situazioni, non cerchiamo, inconsapevolmente ma deliberatamente, motivi per stare male. Chiediamoci, in ogni situazione, quale è stato il rapporto tra quello che gli altri dicevano e quello che noi esponevamo: abbiamo ascoltato veramente quello che gli altri cercavano di esporre o abbiamo solo finto di ascoltare, pensando in tutto quel tempo solo a quello che volevamo dire noi?
La via della pace e dell’armonia deve iniziare da una delle parti, affinché ci sia la pace ci deve sempre essere qualcuno più saggio che va incontro all’altro.
Possiamo scegliere di essere noi a farlo! Possiamo scegliere di fare il primo passo nel comprendere chi abbiamo davanti invece di giudicarlo ed etichettarlo. Ricordiamoci che, in fin dei conti, gli altri riflettono quello che siamo in un dato momento, sono come uno specchio che riflette quello che abbiamo dentro.
E, teniamo bene a mente che un amore, un affetto o un’amicizia non vanno compromessi a causa dei capricci momentanei e transitori o delle emozioni incontrollate.
E, soprattutto, ricordiamo sempre che non c’è nulla al mondo che valga quanto la nostra pace interiore!