Per molto tempo, per gli occidentali, il vegetarianesimo è stato solo una questione di convinzione o di sensibilità. Oggi però, numerosi dati medici e scientifici vengono a confermare la correttezza di questo modo di vivere. Consideriamo intanto alcuni dati statistici.
Sulla Terra vivono 1,28 miliardi di bovini e ovini. Questi animali occupano il 24% dei terreni coltivabili del nostro pianeta. Gli uomini bruciano miliardi di ettari di foreste tropicali per allevare bovini nelle cosiddette “aziende-hamburger”. Ogni hamburger costa 6 metri quadri di foreste tropicali. Gli animali consumano tra il 30 % e il 40 % dei cereali del pianeta. Il “mercato dei bovini” è colossale: 40 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, dove si vendono 6,7 miliardi di hamburger ogni anno. Le cifre sono semplicemente allucinanti: per nutrirsi, i mangiatori di carne necessitano di una quantità 10 volte maggiore di acqua e di superfici coltivabili rispetto ai vegetariani. La carne provoca innumerevoli problemi di salute. Nei paesi occidentali, la carne costituisce una delle principali cause di cancro, malattie degenerative e deficienze immunitarie. Il 55 % della produzione americana di antibiotici è destinata agli animali da allevamento. Consumare carne significa dunque essere sottoposti costantemente all’azione dei farmaci che sono stati iniettati negli animali. Negli Stati Uniti, la più frequente causa di decessi è costituita dall’infarto del miocardio, che colpisce una persona ogni 25 secondi! Per un americano comune, il rischio di un attacco cardiaco è del 50 %, per un americano vegetariano tale rischio si riduce solo al 15 %, mentre per un americano che non consuma né carne né altri prodotti animali, il rischio è solo del 4 %. Pochissime persone sanno che i problemi di colesterolo derivano da un’alimentazione a base di carne; nei vegetali il colesterolo non esiste. Il colesterolo e i grassi saturi sono portati nell’organismo dalla carne, dai latticini e dalle uova. Secondo gli studi svolti dall’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, lo stato di salute dei vegetariani in molte popolazioni del mondo è generalmente eccellente. Gran parte degli sportivi che praticano a livello agonistico è vegetariana, e moltissimi studi hanno dimostrato che le performances fisiche sono migliori nelle persone che non consumano carne. Il 90 % degli animali allevati per la loro carne proviene da allevamenti industriali, che rappresentano per gli animali dei veri e propri lager. Sul piano ecologico e sul piano energetico, la “civiltà del bovino” rappresenta un’autentica catastrofe. Gli uomini sono diventati come delle bestie impazzite, intossicati da un consumo bulimico di carne. In Occidente, sempre più ricercatori sono diventati coscienti della necessità di una modifica urgente nelle nostre abitudini alimentari. Tra questi, numerosi autori (quali: Jeremy Rifkin – “Oltre l’hamburger”, il dr. Gabriel Cousens – “Il nutrimento spirituale”, John Robbins – “Nutriamoci senza sofferenza”, Harvey Diamond – “Il regime Più”) propongono un nuovo stile di vita, pieno di rispetto per il nostro organismo e per quello del pianeta che ci sostiene. Essi spiegano soprattutto il fatto – estremamente importante – che riducendo solo del 10 % il consumo di carne nei paesi occidentali, si potrebbe non solo combattere molte malattie tipiche della nostra civiltà, ma si otterrebbero anche le risorse necessarie per il nutrimento dei 60 milioni di esseri umani che ogni anno muoiono di fame. Questa riduzione farebbe cessare la scomparsa delle foreste tropicali – causata in gran parte dal disboscamento provocato dalla crescita degli animali in stile industriale. Ricordiamoci che ogni hamburger costa 6 metri quadri di foresta tropicale! Un leggero cambiamento delle nostre abitudini alimentari sarà sufficiente per far pendere la bilancia ecologica dalla parte positiva. Il consumo di carne è uno dei pilastri della società occidentale materialista moderna, che concepisce l’uomo come un “monarca assoluto”, libero di disporre degli animali a proprio piacimento. Nel mondo moderno l’animale è schiavo dell’uomo. Ma tutte le tradizioni spirituali, di tutte le civiltà, affermano che la legge divina è “non uccidere”. L’ordine universale prevede per l’uomo un ruolo di fratello maggiore degli animali. Quando egli dimentica il suo ruolo di pastore e diventa macellaio, la legge della vita gli insegna che, seminando intorno a sé la morte e la sofferenza, raccoglierà sempre morte e sofferenza. Sicuramente, in un futuro non troppo lontano, il fatto di mangiare principalmente carne sarà guardato così come oggi viene visto il cannibalismo: una pratica che deve essere sepolta nel museo degli orrori del passato.
Impariamo a nutrirci in modo cosciente
L’anatomia umana ci insegna che l’uomo non è fatto per consumare carne (riguardo a questo argomento si può consultare anche il libro di Swami Sri Yukteswar – “La scienza sacra”). L’organismo umano è concepito per funzionare con proteine vegetali. Esso può sopportare ogni tanto solo poca carne, se gli organi escretori funzionano bene, ma il sovraccarico comune di prodotti animali che appare nella maggior parte degli abitanti dei paesi ricchi provoca un indebolimento del sistema immunitario che apre la porte alle “malattie della civiltà”. Guardiamo quanto è strana la situazione delle società moderne, nelle quali si spendono miliardi di euro per trovare un farmaco chimico che uccida il virus dell’AIDS, senza che si ponga mai il problema del ruolo delle abitudini alimentari nella distruzione del sistema immunitario! Da Pasteur in poi, si è creduto che tutti i nostri problemi sono provocati da virus e batteri. L’uomo ha dichiarato guerra a questi ultimi. Ma, nonostante le armi della scienza, la pace non regnerà troppo presto. Al contrario, quest’ultima sembra allontanarsi sempre più. I “guerrieri” della scienza hanno preso il potere; essi gridano “avanti”! senza che si rendano conto che le loro medicine sono diventate uno dei più grandi flagelli della nostra società ! La guerra contro le malattie si ritorce contro l’uomo, che è diventato vittima della propria scienza. Intossicato da troppa carne, latte, formaggio e altri alimenti di origine animale, egli si sente stanco e appesantito. Allora, per stimolarsi, consuma alcol, caffè, tabacco, zucchero, sale cristallizzato e ogni sorta di farmaci, aggravando così l’intossicazione del proprio corpo. Preoccupato, egli corre poi dal medico. Se gli capita un medico materialista classico, quest’ultimo gli farà una diagnosi, che dimostrerà l’ammalarsi del corpo e gli prescriverà delle medicine chimiche. Se il nostro povero intossicato consulterà un medico cosciente dei problemi dei nostri tempi, quest’ultimo gli spiegherà che il responsabile di tutti i suoi problemi è il paziente stesso, a causa del fatto che ignora quali siano i veri bisogni del suo corpo, e gli dirà che è assolutamente necessario che impari a gestire da solo il proprio stato di salute, in particolar modo attraverso un’alimentazione vegetale, viva e varia. Ingozzandosi, l’occidentale si suicida lentamente, e insieme al suo suicidio affama anche il pianeta. Questo medico potrebbe dire al paziente quanto segue: “Vi sedete in un ristorante, con una bistecca nel piatto. Immaginate poi che il ristorante sia pieno di 20 persone che tengono in mano un piatto vuoto. Prendete allora coscienza del seguente fatto: la quantità di cereali che è stata necessaria a produrre la carne che avete nel piatto avrebbe permesso di riempire il piatto di ognuno di questi poveri affamati”. Così, il malato non rimarrà più passivo, nell’ipostasi di semplice consumatore di medicine e cure mediche, ma si sveglierà ad una nuova vita libera e, sostenuto dal suo medico educatore, imparerà a far regnare l’armonia e la salute sia nella sua vita, sia dappertutto intorno a sé. Come ultima riflessione dovremmo pensare quanto segue: per nutrire gli animali che vengono poi uccisi e mangiati, l’uomo uccide intere popolazioni di esseri umani attraverso la fame che questi devono soffrire, perché il cibo che avrebbe permesso loro di non morire di fame viene dato agli animali. Animali che poi vengono uccisi dall’uomo e che, a loro volta, diventano causa di morte per l’uomo stesso che li uccide. Allucinante, ma vero! Per concludere, vorrei attirare la vostra attenzione su alcune sostanze presenti nella carne degli animali uccisi che arrivano poi nei piatti dei consumatori. A parte i vari farmaci, i conservanti, i coloranti etc. che vengono iniettati nella carne per “conservarla”, dovete sapere che esistono alcune sostanze presenti nella carne – in particolar modo due – il cui nome dovrebbe farvi pensare a ciò che mangiate: putrescina e cadaverina! Altrettanto va considerato il fatto che i geni del pianeta, e generalmente le figure di spicco, erano vegetariani! I loro nomi sono celebri per diversi motivi, ma tutti hanno qualcosa che li accomuna: sono o erano vegetariani: Carl Lewis, Pitagora, Socrate, Platone, Saffo, Leonardo da Vinci, Voltaire, Albert Einstein, San Francesco d’Assisi, Gandhi, Claudia Cardinale, Richard Gere, Dustin Hoffman, Paul Newman, Robert Redford, Sophie Marceau, Surya Bonali, Ivan Lendl, Melanie Griffith, Nathalie Baye, Kim Basinger, Montaigne, Lamartine, Carlos Santana, Sting, Tina Turner, Whitney Houston, Phil Collins, Joan Baez, Bob Dylan, The Beatles, Thomas Edison, Benjamin Franklin, la Regina Sofia di Spagna, il Principe Aga Khan, Marguerite Yourcenar, Zoroastro, Yehudi Menuhin….. e la lista può continuare con i vostri nomi, nel momento in cui avete scelto di vivere…
Testimonianze:
Umberto Veronesi: “Una crudeltà per gli animali e per noi stessi”
Sono vegetariano da quando ho iniziato a scegliere, e la mia è una scelta d’amore, di filosofia e di scienza. Di amore per gli animali e per la vita in tutte le sue forme, specialmente quando è inerme e non può far valere il suo bisogno disperato di sopravvivere.
Nessuna esistenza è piccola, nessuna è insignificante. Mangiare è una forma di celebrazione della vita, e non negazione della vita stessa ad altri esseri viventi, perché “inferiori”. Non c’è una differenza biologica tra animali. Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, ma massacriamo ad ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa?
La filosofia del vegetarianesimo è la non-violenza e la non-violenza a cui gli animali da macello sono sottoposti è efferata e crudele. La pratica della macellazione poi è un rito ripugnante: l’animale viene stordito per poi essere sgozzato in modo che la morte avvenga per dissanguamento, affinché la sua carne prenda un colorito più chiaro.
Rinunciare alla carne inoltre è per me anche una forma di solidarietà e responsabilità sociale. In un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce uno spreco enorme: se oltre 820 milioni di persone soffrono la fame è anche perché gran parte del terreno coltivabile viene riservato al foraggio per gli animali da carne. I prodotti agricoli a livello mondiale potrebbero essere sufficienti a sfamare tutti, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali da allevamento.
Senza contare che il consumo eccessivo di carne è nocivo per la salute. Le cosidette “malattie del benessere” (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità) colpiscono chi abusa di pasti copiosi e ricchi di grassi animali, mentre è dimostrato che una dieta ricca di vegetali ci protegge e ci aiuta a mantenere più a lungo il nostro benessere.
Sono scientificamente convinto che il vegetarianesimo è una scelta non solo opportuna, ma obbligatoria.
Per nutrire una popolazione in aumento costante saremo costretti a diventare vegetariani, ritornando in fondo alla nostra natura originaria. In termini evoluzionistici l’uomo discende dalla scimmia: il nostro organismo è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi e il nostro metabolismo è come quello dell’orango che si nutre di cereali e vegetali.
Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente, e ci rimetterebbe in armonia con gli equilibri naturali perfetti del nostro pianeta.
Ettore Livini: “Un carpaccio di manzo inquina più di un Suv: ecco perché cambiare dieta potrebbe regalarci un futuro migliore”.
Un giorno di insalata alla settimana per salvare il pianeta. Nell’era dell’effetto serra, dei prezzi alimentari alle stelle e del Polo Nord che si scioglie come un ghiacciolo all’orzata nella canicola d’agosto, Paul McCartney – risolti i suoi guai patrimoniali-matrimoniali- rilancia la vecchia crociata della scelta vegetariana. Una volta era questione di religione (come per i 150 milioni di indù che non mangiano carne) o di moda.
Oggi, dice lui, il problema è un altro: c’è da garantire un futuro al mondo. Come? Dando l’addio alla bistecca.
“Lo chiede persino l’Onu – ha proclamato l’ex Beatles, che da anni ha scelto un regime alimentare “verde” – se vogliamo combattere i cambiamenti climatici dobbiamo mangiare meno carne. Magari eliminandola dalla nostra dieta del lunedì. E un’abitudine da prendere, come andare in palestra e per di più si fa del bene al globo.”
Statistiche e ritorni economici non sono però l’unica stella polare che guida l’esercito in crescita (soprattutto tra le teen-ager) dei vegetariani. L’utopia resiste ancora.
“Come sarebbe la terra se nessuno mangiasse carne? La prima immagine che mi viene in mente è quella di un pianeta senza conflitti”, dice Carmen Somaschi, presidente dell’Associazione vegetariani italiani. Fare l’amore e non la guerra, come si diceva all’epoca dei figli dei fiori.
Franco Battiato: “Una scelta di vita aiuta il corpo e la mente”
Paul McCartney invita gli inglesi a non mangiare carne di lunedì per aiutare l’ambiente? Franco Battiato non sembra interessato a simili campagne: “Non sono il tipo che dà consigli agli altri. Personalmente sono convinto che sia meglio non mangiare carne e pesce, ma non me la sento di dare consigli in un campo così delicato.” “Sono vegetariano convinto da anni, nemmeno ricordo quanti. Già da piccolo rifiutavo la carne, non mi piaceva proprio. Poi le tradizioni hanno avuto il sopravvento e il profumo del pesce fritto ha finito per colpire i sensi. Più tardi, dopo dieci anni di fanatismo macrobiotico, poco a poco, col passare del tempo essere vegetariani è diventata una necessità esistenziale. Non posso più nutrirmi di qualcosa che è vicino alla sensibilità umana.”
Vegetariani nel mondo (milioni di individui):
India : 180
Stati Uniti: 7
Germania: 6
Gran Bretagna: 5
Italia 2.9
Francia 1.3
Spagna 1.3
Quanto inquina….
una bistecca:
20.000 litri di acqua consumata per produrre un chilo di carne.
18% emissioni di diossido di carbonio prodotte dall’allevamento.
40% (70% negli USA) di cereali coltivati al mondo assorbiti dall’allevamento
un’insalata:
200 litri di acqua consumata per produrre un chilo di insalata.
1 ettaro di terra ha una resa proteica 12 volte superiore rispetto alla stessa superficie coltivata per nutrizione animale.
3 milioni di ettari di terreni (la metà di quelli attualmente coltivati) permetterebbero l’autosufficienza vegetariana alla Gran Bretagna.
Il cibo e l’effetto serra, percentuale di contributo a gas serra nel ciclo produttivo:
18% latticini
30% carne rossa
10% polli e pesci
Sulla Terra vivono 1,28 miliardi di bovini e ovini. Questi animali occupano il 24% dei terreni coltivabili del nostro pianeta. Gli uomini bruciano miliardi di ettari di foreste tropicali per allevare bovini nelle cosiddette “aziende-hamburger”. Ogni hamburger costa 6 metri quadri di foreste tropicali. Gli animali consumano tra il 30 % e il 40 % dei cereali del pianeta. Il “mercato dei bovini” è colossale: 40 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, dove si vendono 6,7 miliardi di hamburger ogni anno. Le cifre sono semplicemente allucinanti: per nutrirsi, i mangiatori di carne necessitano di una quantità 10 volte maggiore di acqua e di superfici coltivabili rispetto ai vegetariani. La carne provoca innumerevoli problemi di salute. Nei paesi occidentali, la carne costituisce una delle principali cause di cancro, malattie degenerative e deficienze immunitarie. Il 55 % della produzione americana di antibiotici è destinata agli animali da allevamento. Consumare carne significa dunque essere sottoposti costantemente all’azione dei farmaci che sono stati iniettati negli animali. Negli Stati Uniti, la più frequente causa di decessi è costituita dall’infarto del miocardio, che colpisce una persona ogni 25 secondi! Per un americano comune, il rischio di un attacco cardiaco è del 50 %, per un americano vegetariano tale rischio si riduce solo al 15 %, mentre per un americano che non consuma né carne né altri prodotti animali, il rischio è solo del 4 %. Pochissime persone sanno che i problemi di colesterolo derivano da un’alimentazione a base di carne; nei vegetali il colesterolo non esiste. Il colesterolo e i grassi saturi sono portati nell’organismo dalla carne, dai latticini e dalle uova. Secondo gli studi svolti dall’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, lo stato di salute dei vegetariani in molte popolazioni del mondo è generalmente eccellente. Gran parte degli sportivi che praticano a livello agonistico è vegetariana, e moltissimi studi hanno dimostrato che le performances fisiche sono migliori nelle persone che non consumano carne. Il 90 % degli animali allevati per la loro carne proviene da allevamenti industriali, che rappresentano per gli animali dei veri e propri lager. Sul piano ecologico e sul piano energetico, la “civiltà del bovino” rappresenta un’autentica catastrofe. Gli uomini sono diventati come delle bestie impazzite, intossicati da un consumo bulimico di carne. In Occidente, sempre più ricercatori sono diventati coscienti della necessità di una modifica urgente nelle nostre abitudini alimentari. Tra questi, numerosi autori (quali: Jeremy Rifkin – “Oltre l’hamburger”, il dr. Gabriel Cousens – “Il nutrimento spirituale”, John Robbins – “Nutriamoci senza sofferenza”, Harvey Diamond – “Il regime Più”) propongono un nuovo stile di vita, pieno di rispetto per il nostro organismo e per quello del pianeta che ci sostiene. Essi spiegano soprattutto il fatto – estremamente importante – che riducendo solo del 10 % il consumo di carne nei paesi occidentali, si potrebbe non solo combattere molte malattie tipiche della nostra civiltà, ma si otterrebbero anche le risorse necessarie per il nutrimento dei 60 milioni di esseri umani che ogni anno muoiono di fame. Questa riduzione farebbe cessare la scomparsa delle foreste tropicali – causata in gran parte dal disboscamento provocato dalla crescita degli animali in stile industriale. Ricordiamoci che ogni hamburger costa 6 metri quadri di foresta tropicale! Un leggero cambiamento delle nostre abitudini alimentari sarà sufficiente per far pendere la bilancia ecologica dalla parte positiva. Il consumo di carne è uno dei pilastri della società occidentale materialista moderna, che concepisce l’uomo come un “monarca assoluto”, libero di disporre degli animali a proprio piacimento. Nel mondo moderno l’animale è schiavo dell’uomo. Ma tutte le tradizioni spirituali, di tutte le civiltà, affermano che la legge divina è “non uccidere”. L’ordine universale prevede per l’uomo un ruolo di fratello maggiore degli animali. Quando egli dimentica il suo ruolo di pastore e diventa macellaio, la legge della vita gli insegna che, seminando intorno a sé la morte e la sofferenza, raccoglierà sempre morte e sofferenza. Sicuramente, in un futuro non troppo lontano, il fatto di mangiare principalmente carne sarà guardato così come oggi viene visto il cannibalismo: una pratica che deve essere sepolta nel museo degli orrori del passato.
Impariamo a nutrirci in modo cosciente
L’anatomia umana ci insegna che l’uomo non è fatto per consumare carne (riguardo a questo argomento si può consultare anche il libro di Swami Sri Yukteswar – “La scienza sacra”). L’organismo umano è concepito per funzionare con proteine vegetali. Esso può sopportare ogni tanto solo poca carne, se gli organi escretori funzionano bene, ma il sovraccarico comune di prodotti animali che appare nella maggior parte degli abitanti dei paesi ricchi provoca un indebolimento del sistema immunitario che apre la porte alle “malattie della civiltà”. Guardiamo quanto è strana la situazione delle società moderne, nelle quali si spendono miliardi di euro per trovare un farmaco chimico che uccida il virus dell’AIDS, senza che si ponga mai il problema del ruolo delle abitudini alimentari nella distruzione del sistema immunitario! Da Pasteur in poi, si è creduto che tutti i nostri problemi sono provocati da virus e batteri. L’uomo ha dichiarato guerra a questi ultimi. Ma, nonostante le armi della scienza, la pace non regnerà troppo presto. Al contrario, quest’ultima sembra allontanarsi sempre più. I “guerrieri” della scienza hanno preso il potere; essi gridano “avanti”! senza che si rendano conto che le loro medicine sono diventate uno dei più grandi flagelli della nostra società ! La guerra contro le malattie si ritorce contro l’uomo, che è diventato vittima della propria scienza. Intossicato da troppa carne, latte, formaggio e altri alimenti di origine animale, egli si sente stanco e appesantito. Allora, per stimolarsi, consuma alcol, caffè, tabacco, zucchero, sale cristallizzato e ogni sorta di farmaci, aggravando così l’intossicazione del proprio corpo. Preoccupato, egli corre poi dal medico. Se gli capita un medico materialista classico, quest’ultimo gli farà una diagnosi, che dimostrerà l’ammalarsi del corpo e gli prescriverà delle medicine chimiche. Se il nostro povero intossicato consulterà un medico cosciente dei problemi dei nostri tempi, quest’ultimo gli spiegherà che il responsabile di tutti i suoi problemi è il paziente stesso, a causa del fatto che ignora quali siano i veri bisogni del suo corpo, e gli dirà che è assolutamente necessario che impari a gestire da solo il proprio stato di salute, in particolar modo attraverso un’alimentazione vegetale, viva e varia. Ingozzandosi, l’occidentale si suicida lentamente, e insieme al suo suicidio affama anche il pianeta. Questo medico potrebbe dire al paziente quanto segue: “Vi sedete in un ristorante, con una bistecca nel piatto. Immaginate poi che il ristorante sia pieno di 20 persone che tengono in mano un piatto vuoto. Prendete allora coscienza del seguente fatto: la quantità di cereali che è stata necessaria a produrre la carne che avete nel piatto avrebbe permesso di riempire il piatto di ognuno di questi poveri affamati”. Così, il malato non rimarrà più passivo, nell’ipostasi di semplice consumatore di medicine e cure mediche, ma si sveglierà ad una nuova vita libera e, sostenuto dal suo medico educatore, imparerà a far regnare l’armonia e la salute sia nella sua vita, sia dappertutto intorno a sé. Come ultima riflessione dovremmo pensare quanto segue: per nutrire gli animali che vengono poi uccisi e mangiati, l’uomo uccide intere popolazioni di esseri umani attraverso la fame che questi devono soffrire, perché il cibo che avrebbe permesso loro di non morire di fame viene dato agli animali. Animali che poi vengono uccisi dall’uomo e che, a loro volta, diventano causa di morte per l’uomo stesso che li uccide. Allucinante, ma vero! Per concludere, vorrei attirare la vostra attenzione su alcune sostanze presenti nella carne degli animali uccisi che arrivano poi nei piatti dei consumatori. A parte i vari farmaci, i conservanti, i coloranti etc. che vengono iniettati nella carne per “conservarla”, dovete sapere che esistono alcune sostanze presenti nella carne – in particolar modo due – il cui nome dovrebbe farvi pensare a ciò che mangiate: putrescina e cadaverina! Altrettanto va considerato il fatto che i geni del pianeta, e generalmente le figure di spicco, erano vegetariani! I loro nomi sono celebri per diversi motivi, ma tutti hanno qualcosa che li accomuna: sono o erano vegetariani: Carl Lewis, Pitagora, Socrate, Platone, Saffo, Leonardo da Vinci, Voltaire, Albert Einstein, San Francesco d’Assisi, Gandhi, Claudia Cardinale, Richard Gere, Dustin Hoffman, Paul Newman, Robert Redford, Sophie Marceau, Surya Bonali, Ivan Lendl, Melanie Griffith, Nathalie Baye, Kim Basinger, Montaigne, Lamartine, Carlos Santana, Sting, Tina Turner, Whitney Houston, Phil Collins, Joan Baez, Bob Dylan, The Beatles, Thomas Edison, Benjamin Franklin, la Regina Sofia di Spagna, il Principe Aga Khan, Marguerite Yourcenar, Zoroastro, Yehudi Menuhin….. e la lista può continuare con i vostri nomi, nel momento in cui avete scelto di vivere…
Testimonianze:
Umberto Veronesi: “Una crudeltà per gli animali e per noi stessi”
Sono vegetariano da quando ho iniziato a scegliere, e la mia è una scelta d’amore, di filosofia e di scienza. Di amore per gli animali e per la vita in tutte le sue forme, specialmente quando è inerme e non può far valere il suo bisogno disperato di sopravvivere.
Nessuna esistenza è piccola, nessuna è insignificante. Mangiare è una forma di celebrazione della vita, e non negazione della vita stessa ad altri esseri viventi, perché “inferiori”. Non c’è una differenza biologica tra animali. Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, ma massacriamo ad ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa?
La filosofia del vegetarianesimo è la non-violenza e la non-violenza a cui gli animali da macello sono sottoposti è efferata e crudele. La pratica della macellazione poi è un rito ripugnante: l’animale viene stordito per poi essere sgozzato in modo che la morte avvenga per dissanguamento, affinché la sua carne prenda un colorito più chiaro.
Rinunciare alla carne inoltre è per me anche una forma di solidarietà e responsabilità sociale. In un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce uno spreco enorme: se oltre 820 milioni di persone soffrono la fame è anche perché gran parte del terreno coltivabile viene riservato al foraggio per gli animali da carne. I prodotti agricoli a livello mondiale potrebbero essere sufficienti a sfamare tutti, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali da allevamento.
Senza contare che il consumo eccessivo di carne è nocivo per la salute. Le cosidette “malattie del benessere” (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità) colpiscono chi abusa di pasti copiosi e ricchi di grassi animali, mentre è dimostrato che una dieta ricca di vegetali ci protegge e ci aiuta a mantenere più a lungo il nostro benessere.
Sono scientificamente convinto che il vegetarianesimo è una scelta non solo opportuna, ma obbligatoria.
Per nutrire una popolazione in aumento costante saremo costretti a diventare vegetariani, ritornando in fondo alla nostra natura originaria. In termini evoluzionistici l’uomo discende dalla scimmia: il nostro organismo è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi e il nostro metabolismo è come quello dell’orango che si nutre di cereali e vegetali.
Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente, e ci rimetterebbe in armonia con gli equilibri naturali perfetti del nostro pianeta.
Ettore Livini: “Un carpaccio di manzo inquina più di un Suv: ecco perché cambiare dieta potrebbe regalarci un futuro migliore”.
Un giorno di insalata alla settimana per salvare il pianeta. Nell’era dell’effetto serra, dei prezzi alimentari alle stelle e del Polo Nord che si scioglie come un ghiacciolo all’orzata nella canicola d’agosto, Paul McCartney – risolti i suoi guai patrimoniali-matrimoniali- rilancia la vecchia crociata della scelta vegetariana. Una volta era questione di religione (come per i 150 milioni di indù che non mangiano carne) o di moda.
Oggi, dice lui, il problema è un altro: c’è da garantire un futuro al mondo. Come? Dando l’addio alla bistecca.
“Lo chiede persino l’Onu – ha proclamato l’ex Beatles, che da anni ha scelto un regime alimentare “verde” – se vogliamo combattere i cambiamenti climatici dobbiamo mangiare meno carne. Magari eliminandola dalla nostra dieta del lunedì. E un’abitudine da prendere, come andare in palestra e per di più si fa del bene al globo.”
Statistiche e ritorni economici non sono però l’unica stella polare che guida l’esercito in crescita (soprattutto tra le teen-ager) dei vegetariani. L’utopia resiste ancora.
“Come sarebbe la terra se nessuno mangiasse carne? La prima immagine che mi viene in mente è quella di un pianeta senza conflitti”, dice Carmen Somaschi, presidente dell’Associazione vegetariani italiani. Fare l’amore e non la guerra, come si diceva all’epoca dei figli dei fiori.
Franco Battiato: “Una scelta di vita aiuta il corpo e la mente”
Paul McCartney invita gli inglesi a non mangiare carne di lunedì per aiutare l’ambiente? Franco Battiato non sembra interessato a simili campagne: “Non sono il tipo che dà consigli agli altri. Personalmente sono convinto che sia meglio non mangiare carne e pesce, ma non me la sento di dare consigli in un campo così delicato.” “Sono vegetariano convinto da anni, nemmeno ricordo quanti. Già da piccolo rifiutavo la carne, non mi piaceva proprio. Poi le tradizioni hanno avuto il sopravvento e il profumo del pesce fritto ha finito per colpire i sensi. Più tardi, dopo dieci anni di fanatismo macrobiotico, poco a poco, col passare del tempo essere vegetariani è diventata una necessità esistenziale. Non posso più nutrirmi di qualcosa che è vicino alla sensibilità umana.”
Vegetariani nel mondo (milioni di individui):
India : 180
Stati Uniti: 7
Germania: 6
Gran Bretagna: 5
Italia 2.9
Francia 1.3
Spagna 1.3
Quanto inquina….
una bistecca:
20.000 litri di acqua consumata per produrre un chilo di carne.
18% emissioni di diossido di carbonio prodotte dall’allevamento.
40% (70% negli USA) di cereali coltivati al mondo assorbiti dall’allevamento
un’insalata:
200 litri di acqua consumata per produrre un chilo di insalata.
1 ettaro di terra ha una resa proteica 12 volte superiore rispetto alla stessa superficie coltivata per nutrizione animale.
3 milioni di ettari di terreni (la metà di quelli attualmente coltivati) permetterebbero l’autosufficienza vegetariana alla Gran Bretagna.
Il cibo e l’effetto serra, percentuale di contributo a gas serra nel ciclo produttivo:
18% latticini
30% carne rossa
10% polli e pesci